Serra Fullona e la chiesa di San Chirico

La piccola chiesetta di San Chirico, è posta nel del comprensorio di Serra Fullona. Il nome a cui l'edificio sacro è dedicato rimanda ad uno dei primi martiri della cristianità, un bambino che insieme a sua mamma Giulitta, scelse il sacrificio; un culto orientale che fu introdotto nel sud Italia, in età Altomedioevale e si sviluppò durante il periodo medievale.

Il piccolo sito di San Chirico, sorge oggi a ridosso delle acque dell'invaso di Occhito, nella porzione Est del territorio comunale di Carlantino, nella più ampia località del Vallone D'Addario, laddove in antico doveva trovarsi un attraversamento viario sul fiume, pertanto in una posizione certamente strategica; da questo settore si dipanavano diverse strade, tra cui la via che metteva in comunicazione Celenza Valfortore con Castelnuovo della Daunia.

Poche ad oggi sono le fonti documentali che ci parlano di questo luogo, il Cerulli, erudito locale ne fa un piccolo cenno.

Oggi nell'area, inserita in un contesto ambientale molto particolare e suggestivo: una fitta pineta oggetto del rimboschimento a seguito della realizzazione dell'invaso, è caratterizzata dai resti monumentali di una chiesa a navata unica, a cui è stato aggiunto un su corpo sul lato ovest e con doppio abside. Certamente questa struttura fu edificata su un luogo che ospitava evidenze più antiche. L'orientamento della struttura è est-ovest e all'interno della navata centrale è possibile percepire il cedimento della volta che sorreggeva la cripta. In un secondo momento fu aggiunta la navata laterale e al suo interno trovava posto un ossario realizzato con tavelloni fittili. L'edificio è lungo 10,80 metri e circa 6 metri di larghezza.

Uno scavo da parte della Soprintendenza archeologica ha permesso di indagare alcune tombe e datarle in base al corredo al periodo altomedioevali e ricollegabili alle attestazioni ceramiche del tipo Crecchio, databili appunto fra il VI ed inizi del VII sec d.C.

Sorta probabilmente per iniziativa bizantina già verso la fine del VI-VII secolo a.C., nei secoli successivi vede una seconda fase di occupazione, l'abbandono potrebbe collocarsi in epoca normanna, quando si assiste ad un cambio di gestione del territorio da parte dell'autorità centrale.

A colpire è il perpetuarsi e mantenere per millennio in questo luogo i segni persistenti di religiosità.